e-commerce italia durante ilcovid
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lo stato degli e-commerce in Italia durante il Covid-19

A causa della pandemia da Covid-19, il commercio tradizionale ha subito un’inevitabile battuta d’arresto dovuta al lockdown. Dalla necessità di far fronte al crollo del fatturato, molte aziende hanno deciso di ridefinire la loro strategia di business. Due sono state le strade più percorse: l’apertura al mondo del commercio elettronico e investimenti in strategie mirate cercando di consolidare la preesistente posizione. Qual è lo stato dell’e-commerce in Italia durante il covid e quali sono i modelli di successo?

lo stato degli e-commerce in Italia

Il commercio online non è un fenomeno poco diffuso come si potrebbe pensare. Infatti, negli ultimi quindici anni c’è stata un aumento del fatturato costante nel tempo e sempre con percentuali a due cifre. Nel mercato italiano si può apprezzare che ben il 12% delle aziende svolge attività di e-commerce. Queste nel 2019 hanno generato un fatturato complessivo di ben 48,5 miliardi di Euro. Tuttavia, lo scenario pandemico è riuscito a cogliere di sorpresa tutti, riuscendo a creare uno scombussolamento della situazione preesistente. Se da una parte il commercio online ha subito una forte impennata, dall’altra i problemi riscontrati sono stati molteplici. Tra questi ci sono stati quello della gestione degli ordini e quello della carenza di prodotti presenti nei magazzini.

L’evoluzione durante la crisi: i modelli di successo

Nonostante ad inizio pandemia vi fosse un generale pessimismo tra gli operatori dell’e-commerce, successivamente chi è riuscito a gestire il momento critico con successo, ha potuto apprezzare un incremento degli affari consistenti che visto il trend difficilmente si esaurirà nel breve periodo. Infatti, tra le conseguenze a lungo termine, causate dai divieti di spostamento e la relativa impossibilità di visitare i negozi fisici, vi è un cambio radicale nelle abitudini di consumo.

Stando a quanto riportato nel report sugli e-commerce della Casaleggio e associati, sono stati cinque i modelli di business che hanno avuto successo durante questi mesi di pandemia:

  • Definizione della presenza online e ampliamento dei canali di vendita. Chi ha adottato questa strategia sono solitamente aziende le quali non avevano nessun tipo di presenza online, sia in termini di store digitali che per quanto riguarda la presenza sui social.
  • Integrazione store nello stock. Questa strategia è nata dalla necessità di smaltire gli ordini più velocemente e in maniera più capillare sul territorio. Le grandi catene che hanno adottato questa modello di business, hanno deciso di riconvertire i negozi fisici chiusi sul territorio, non solo per smaltire gli stock locali ma anche per ottimizzare i costi e i tempi di gestione delle spedizioni.
  • Ampliamento del target o del business. Ampliare il proprio bacino d’utenza si è rivelata essere un’esigenza primaria per far fronte alla mancanza di introiti. Proprio per questo diverse aziende hanno deciso o di riconvertire in toto o semplicemente cambiare i destinatari finali dei propri prodotti o servizi.
  • Promozione del brand. Negli scorsi mesi si è assistita ad una enorme campagna di promozione da parte dei brand più disparati nel tentativo di attirare a se più clienti possibili e di fidelizzarli. L’enorme quantità delle risorse investite dalle aziende è andata nella promozione tramite social network, poiché in regime di lockdown la maggior parte delle persone li usava come canale di informazione primaria dal quale attingere informazioni.
  • Riconversione del prodotto per uso sanitario.

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