Tassa per chi Prova i capi nei negozi
Insights

Una Tassa per chi prova in negozio: occasione persa per crescere anche on line.

Una delle news che ha destato molta attenzione nelle ultime settimane è la cosiddetta “tassa per le prove in negozio” messa in scena prima da un negozio di scarpe di Sarzana (Liguria), ripresa da alcune testate nazionali e poi replicata da diversi altri commercianti. Iniziativa volta a contrastare la concorrenza on line ed a scoraggiare i clienti (o presunti tali) che utilizzano i negozi solo per provare i capi, prima di comprarli altrove (internet).

L’uso metodico delle 4 P di marketing: Product, Price, Place e Promotion (marketing mix di Jerome McCarthy) mette in evidenza, da sempre, la capacità di una impresa di affrontare, strategicamente, le sfide del mercato. Fare leva, quindi, solo su alcune di esse, come ad esempio accade per il prezzo o per la promozione, genera inevitabilmente false aspettative e mancati obiettivi. 

Nel caso del negozio di Sarzana, quindi, a parte la diffusione virale della notizia, forse anche insperata (promotion) e l’azione di sfida al prezzo, dove il costo aggiuntivo per la prova sembra aver migliorato le performance di vendita (secondo quanto dichiarato dai venditori), non si rilevano azioni di marketing che includono anche altre leve. Come, ad esempio, quella del punto vendita (place) e della sua relazione con il prodotto (product).

Un esempio, in tal senso arriva da una iniziativa della multinazionale spagnola Bershka:

Si inquadra il codice QR, ai piedi del manichino o sullo scaffale, si inserisce taglia e colore e il gioco è fatto. Icommessi del negozio ricevono l’ordine e, attraverso l’app, viene assegnato direttamente un camerino e inviata una notifica push al cliente informandolo che i suoi capi sono pronti, oppure, che sono stati inviati in cassa. Dove si cambiano i vestiti si può chiaramente cambiare colore e taglia e idea ma tutto avviene usando lo smartphone senza bisogno di chiedere aiuto. La tecnologia è un classicissimo sistema Rfid (Radio-Frequency IDentification)…” Fonte: Il Sole 24 Ore.

Una innovazione al servizio del cliente, quindi, e del database building. L’iniziativa porterà inevitabilmente nuovi contatti al marketing, grazie ai quali lavorare su ulteriori canali di comunicazione, ottimizzando la copertura e la frequenza dei messaggi e offrendo una occasione di differenziazione dalla concorrenza.

nuova app di Bershka per provare i capi
Provare i capi grazie ad una app: l’innovazione In Store di Bershka

Web Marketing Professor | E-Commerce business developer | Master program coordinator

Lascia un commento