Il nuovo algoritmo di Google, Rankbrain che da soli pochi mesi è stato attivato sembra già sia sulla bocca di tutti gli esperti SEO in quanto secondo Bloomberg sia diventato il terzo fattore di ranking più importante per contribuire ai risultati di una query di ricerca.
Cos’è RankBrain?
In sostanza, l’algoritmo di Google interpreta, elabora e ordina i risultati delle ricerche che gli utenti svolgono ed appaiono nella SERP del motore di ricerca.
Con quali criteri RankBrain decide quali contenuti mostrare?
Utilizzando il sistema di A.I. (artificial intelligent) di machine learning (per maggiori informazioni clicca qui): attraverso questa tecnica l’algoritmo è in continuo auto-apprendimento analizzando incessantemente domande di ricerca ed imparando dall’esperienza può identificare correlazioni apparentemente non collegate.
Andrà a sostituire il vecchio algoritmo di Google?
Rankbrain non è un nuovo sistema bensì in quanto parte dell’algoritmo generale di ricerca HummingBird, va a perfezionare i criteri di ordine di miliardi di pagine note ed è in grado di individuare le più rilevanti per ogni domanda di ricerca.
Affiancherà i già noti Panda (penalizza siti web con pochi contenuti informativi), Penguin (penalizza coloro che acquistano link dall’esterno), PayDay (algoritmo che ripulisce le ricerche da parole chiave considerate inutili), Pirate (progettato per combattere le violazioni del copyright), TopHeavy (abbassa la classificazione di siti web ricchi di pubblicità), MobileFriendly (progettato per premiare le pagine web mobile friendly) e PageRank (da credito alle pagine web basandosi su link in arrivo da altre pagine).
Sembra quindi che il ”grande cervello” di Google si stia affinando sempre di più, che proprio come un giovane studente in via di apprendimento con costante applicazione riesce a migliorare le proprie qualità critiche e criteriali.